Xbox One e il dietrofront di Microsoft: nessuna vittoria, solo un enorme passo falso

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Il dietrofront storico di Microsoft, con il quale a Redmond in queste ore hanno deciso di abbandonare su Xbox One le politiche di limitazione dell’usato e la relativa necessità di connessione periodica alla rete (per verificarne lo status), mi ha sorpreso. In maniera positiva? No, assolutamente no, in maniera estremamente negativa!

Sinteticamente (come solo Twitter ti insegna a fare), le motivazioni di questa mia reazione possono essere riassunte nel tweet seguente che (pur sapendo che sarebbe stato ca**to ben poco) mi sono preso la briga di scrivere in risposta alla comunicazione di @xbox:

@xbox Today is a sad day. We lost the great opportunity of simil-#Steam model and games pricing on console! @microsoft #xboxone

In pratica dove molti, su siti e forum sparsi per la rete, vedono una vittoria della comunità di videogiocatori io vedo un grandissimo passo falso. Quelli che molti consideravano limiti erano in realtà un’opportunità!

Questo dietrofront di Microsoft equivale a snaturare Xbox One, privandola di quella dose di innovazione che, invece, Sony si è ben guardata dall’introdurre proprio per non attirare le ire dei videogiocatori che, essendo esseri umani, sono per loro stessa natura refrattari al cambiamento in quanto tale, anche se a tendere potrebbe migliorare notevolmente la situazione.

Per me, innestando questa clamorosa retromarcia, Microsoft ha decretato la morte prematura di Xbox One per come era stata pensata, in favore di una Xbox 360 2.0. Il perchè non è tanto da ricercare nel ritorno alla necessità di inserire il disco per i giochi pacchettizati (anche se era un notevole passo avanti) quanto, invece, nel molto probabile venir meno del meccanismo di “family sharing” dei giochi e, soprattutto, nel crollo di un grandissima opportunità; quella di veder nascere su console un modello e un pricing dei videogames molto prossimi a quanto Steam è riuscito a realizzare su PC.
Le cose stanno proprio così, abbiamo ufficialmente detto addio ad un sistema simil-Steam per console e ai risparmi che con il tempo sarebbero sicuramente arrivati. Se prima vi era un’altissima probabilità di vedere finalmente i prezzi dei giochi calare nel tempo in modo sostanziale, ora abbiamo la matematica certezza che continueremo a pagarli carissimi. Perchè? E’ molto semplice:

  • senza limitazioni all’usato, i publisher sanno che esiste un mercato, per l’appunto quello dell’usato, sul quale non hanno alcun controllo e, quindi, l’unica cosa che possono fare e caricare un margine di guadagno molto più alto sui giochi nuovi
  • senza politiche di games licensig un po’ più vincolanti e senza controlli periodici via internet, il contrasto alla pirateria da parte di publisher e sviluppatori si fa molto più complicato e questo impatta per forza di cose ancora sul prezzo dei giochi che, ovviamente, continuerà ad essere elevato perchè dovrà coprire almeno in parte le perdite causate dalla pirateria.

Quindi c’è poco da gioire, a causa delle pressioni continue, per allinearsi alla strategia populista e conservatrice di Sony, Microsoft ha snaturato il progetto azzardato ma estremamente innovativo che aveva iniziato a delineare. Per la serie: chi non innova vince e può permettersi anche di far pagare ciò che prima offriva gratis (per chi non lo avesse capito mi riferisco al gioco online su PS4).

Qui gli unici a gioire sono i grandi retailer, primo fra tutti Gamestop, che vi ricordo ricoprono un ruolo cruciale nella lievitazione dei costi dei videogames; non apportano alcun valore alla catena del valore (scusate la ripetizione) in quanto si limitano ad acquistare e rivendere ad un prezzo maggiorato, e inoltre avendo un quasi-monopolio di fatto del mercato dell’usato possono e potranno continuare a valutarci una miseria anche dei giochi disc-based molto recenti.