Xbox One: Microsoft chiarisce le politiche di games licensing

In queste ore precedenti l’E3 più atteso degli ultimi anni, Microsoft oltre a fare luce sulla spinosa questione del “always-online”, ha anche chiarito come funzioneranno le licenze dei giochi sulla sua prossima console.

Tramite Xbox Wire, infatti, Microsoft ci ha fatto finalmente sapere che:

  • i giochi, al giorno del rilascio, saranno disponibili sia su disco (presso i retailer tradizionali) che in digitale (su Xbox Live). C’è da augurarsi che questo aprà ad una forte riduzione del prezzo dei giochi online;
  • i giochi (anche quelli su disco) saranno legati al profilo dell’utente;
  • sarà obbligatorio installare i giochi sulla console;
  • una volta installato ed associato un gioco al proprio account sarà possibile giocarci:
    • senza dover inserire il disco;
    • da qualsiasi console (dopo essersi loggati con il proprio account);
  • si potranno indicare fino a dieci persone, partendo dal loro account Xbox Live, e consentirgli di utilizzare tutti i giochi della propria libreria sia sulla console di casa che fuori (ovviamente non si potrà giocare contemporaneamente allo stesso gioco da console diverse);
  • i publisher potranno decidere se:
    • consentire o meno la possibilità di donare un gioco su disco ad un amico (dovrà essere nella propria lista amici almeno da 30 giorni e ogni gioco potrà essere dato solo una volta);
    • consentire o meno la possibilità di rivendere un gioco su disco usato ad un “rivenditore accreditato”;
    • inserire o meno una fee in loro favore per la “riattivazione” di un gioco usato.

Questa, dunque, è la politica di games licensing che ci aspetta su Xbox One. Cosa emerge? La prima cosa che salta subito agli occhi è la sua complessità; non si può certo dire che Microsoft abbia optato per un sistema di licenze semplice ed intuitivo. Interessanti la possibilità di giocare senza dover ogni volta inserire il disco, quella di poter giocare da una console diversa dalla propria e quella di poter dare a dieci persone accesso alla propria libreria di giochi. Decisamente meno gradita la decisione di seguire l’approccio della PS4 sul discorso dell’usato. Anche Microsoft, come Sony, infatti ha deciso di “aggirare” la delicatissima questione del “contrasto all’usato” passando la patata bollente ai publisher, i quali avranno la libertà e l’onere di impedire del tutto la vendita come usato di un gioco disc-based e di decidere (nel caso in cui la rivendità sarà consentita) se far pagare o meno una “tassa” per la riattivazione del gioco.

Non tutto, però, è stato chiarito fino in fondo; rimane da capire se sarà consentita la vendita di giochi usati direttamente tra utenti. L’uso dell’espressione “rivenditori accreditati” usata da Microsoft nella sua dichiarazione ufficiale non fa ben sperare in tal senso, anzi apre a scenari complottistici che lasciano intravedere un accordo tra produttori (Microsoft e Sony), publisher e sviluppatori da una parte e rivenditori (essenzialmente GameStop) dall’altra. Infatti, anche a voler pensar bene, non pare poi così impossibile ipotizzare che dopo un lungo tira e molla i riseller tradizionali, colpiti dalla maggior spinta alla versione digitale dei giochi e dalla possibilità per i publisher di limitare l’usato, siano riusciti a spuntare per le versioni disc-based un blocco della rivendita diretta utente-utente in favore solamente di quella utente-rivenditore accreditato. Vedremo se all’E3 o nel suo immediato seguito ci sarà dato un chiarimento anche su questo tema.