Forza Horizon 2: giocateci ma a vostro rischio e pericolo

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Forza Horizon 2

 

Dopo aver già scritto di Forza Horizon 2, torno a parlarne nuovamente. Se qualche giorno fa ho voluto evidenziare come etichettare con l’appellativo “cross-gen” l’ultimo sforzo di Playground Games sia del tutto errato, in questa occasione ne scrivo per tutt’altro motivo.

Dopo aver dedicato, durante il week-end appena trascorso, diverse ore (10 per l’esattezza) a scorrazzare in lungo e in largo per l’immensa mappa di gioco, aver sbloccato 19 obiettivi per un totale di 250 gamerscore sui 1.000 in palio e aver aggiunto 12 auto al mio garage, un bisogno impellente si è fatto spazio nella mia coscienza. Non potevo rimandare oltre, tutti voi avete diritto di sapere. Non posso lasciarvi ignari davanti al rischio che correte, qualcuno deve aprirvi gli occhi e quel qualcuno sono io: inserire il disco di Forza Horizon 2 nella vostra Xbox One vi espone a un grande, grandissimo pericolo!

Non saprei quantificarvi quale sia (in termine di km percorsi) il punto di non ritorno ma di una cosa sono certo: esiste e non fa sconti a nessuno. C’è qualcosa nella formula elaborata da Playground Games che crea dipendenza. Non so identificare di preciso quale sia il principale elemento responsabile di ciò. Molto probabilmente il segreto non sta tanto nei singoli costituenti quanto nella loro combinazione.

Un mix diabolicamente vincente; un’ambientazione a dir poco suggestiva si sposa con un’impressionante vastità del mondo di gioco dove ciò che vedi lo puoi realmente raggiungere (magari buttando giù uno steccato e tagliando per una serie di campi e boschi). La vastità non si limita però all’estensione della mappa ma si declina sotto ulteriori forme. Basta pensare all’enorme parco auto (200 senza contare i dlc) e ai ben 700 eventi disponibili.

La vastità da sola, però, non sarebbe in grado di tenerti ore al “volante”. In Playground Games questo deve essere stato ben chiaro fin da subito e non a caso hanno aggiunto alla miscela una dose massiccia di varietà. Le competizioni spaziano da quelle tradizionali su strada (su percorso e su pista chiusa), a quelle off-road fino ad arrivare a quelle ibride. Per non parlare degli eventi speciali (battere un treno guidando una Lancia Fulvia non ha prezzo!), delle sfide a cui si può prendere parte salendo a bordo di alcune auto disseminate all’interno del mondo di gioco, della ricerca dei gioielli dimenticati, dei segnali da abbattare, dei rilevatori di velocità, del nuovo sistema dei vantaggi, etc. Se tutto ciò non bastasse, e con il chiaro obiettivo di rendere la formula ancora più pericolosa, dietro l’angolo vi è sempre la tentazione di farsi un giro online magari per guadagnare PE/crediti extra e far salire di livello il proprio club.

Tutto questo, ad ulteriore riprova della evidente volontà degli sviluppatori di creare assuefazione, è  accompagnato da una resa e una pulizia grafiche eccellenti ed è innestato sul modello di guida di Forza Motorsport 5, adeguatamente corretto per modificare in modo coerente (ma mai frustante) il comportamento delle vetture in caso di pioggia più o meno intensa.

Sul packshot dovrebbe capeggiare in bella vista la dicitura “Attenzione: il titolo può creare dipendenza”. Ma così non è!

Per me è troppo tardi, ormai sono caduto nel baratro ma voi ora sapete a cosa potreste andare incontro. Se, come il sottoscritto, vi ritroverete a selezionare la gara più distante solo per il gusto di macinare chilometri a bordo del vostro furgoncino Volkswagen Type 2 De Luxe del 1963, mentre la notte fuori è scandita da una pioggia battente che scroscia sul parabrezza e dentro la radio manda musica classica in sottofondo, allora sarà troppo tardi anche per voi. Non ditemi però che non vi avevo avvisati!