Xbox One: una marea di frecce al proprio arco! Non rimane che scoccarle prendendo bene la mira

Non solo giochi, ma anche nuove feature per Xbox One

Solo molti giochi in esclusiva nel futuro a breve termine di Xbox One? Per nulla, Microsoft continua (come d’altronde fa fin dal lancio) a far evolvere le funzionalità della propria console ammiraglia. Durante la Gamescom abbiamo ad esempio appreso che il mese di novembre 2015 sarà, proprio da questo punto di vista, estremamente interessante.

– Windows 10 sbarca su Xbox One –

A novembre arriverà Windows 10 su Xbox One che, andando a sostituire l’attuale kernel basato su Windows 8, porterà in dote diverse migliorie al sistema. La dashboard verrà significativamente rivista e resa più fluida ma arriverà anche Cortana, grazie alla quale l’interazione vocale con la console (possibile ovviamente tramite Kinect) potrà diventare più naturale e meno legata a prefissati comandi vocali.

Windows 10 arrivando su Xbox One porterà con sé anche le tanto attese DirectX 12. Di queste, però, ne parleremo meglio in futuro quando e se Microsoft rilascerà maggiori e nuove informazioni sui miglioramenti (sia di sviluppo che di prestazioni in game) che saranno in grado di introdurre sulla console. Recenti dichiarazioni di più sviluppatori (qui una delle ultime) fanno ben sperare. D’altronde leggendo la documentazione allegata all’Xdk (sdk di XOne) si evinceva chiaramente come le nuove librerie dovrebbero sbloccare alcune caratteristiche dell’hardware e semplificare in buona misura l’operato degli sviluppatori. Questo dovrà pur apportare dei miglioramenti. Ad ogni modo avremo modo di farcene un’idea quando arriveranno i primi titoli sviluppati nativamente con le DX12.

– Un miracolo chiamato Retrocompatibilità –

Sempre durante novembre approderà su Xbox One la retrocopatibilità che permetterà ai possessori della console di farvi girare gratuitamente i propri giochi Xbox 360 (sia digitali che su disco). La funzionalità, presentata durante l’E3 e per ora testabile solo dai membri del Preview Program, è un vero e proprio miracolo tecnologico compiuto dagli ingegneri di Microsoft. Chi si intende di virtualizzazione ed emulazione non farà fatica a crederlo. Emulare in modo efficiente ed efficace un’architettura PowerPC (quale è quella di Xbox 360) in un ambiente X86 (quello di Xbox One) è, infatti, tutt’altro che banale. Non a caso ha richiesto a Microsoft ben 3 anni di lavoro da parte dei suoi migliori ingegneri. Ad ogni modo adesso c’è e funziona (avendola provata in prima persona posso assicurarvelo) ed è una carta di non poca rilevanza soprattutto considerando che Sony non ha una tale soluzione per PS4 e non ha alcuna intenzione di provare ad implementarla (anche perchè la retrocompatibilità rischierebbe di cannibalizzare il business che passa per il servizio a pagamento PSNow). Non tutti i giochi della 360 saranno retrocompatibili e questo non per ostacoli tecnici ma per questioni di diritti e autorizzazioni che Microsoft deve riuscire ad ottenere dai vari publisher e dalle varie parti coinvolte. Comunque la lista dei giochi della 360 adoperabili sulla One continua a crescere e al momento del lancio se ne conteranno più di 100. Subito dopo l’E3 molti (me compreso) si sono posti e hanno posto alla divisione Xbox una semplice domanda: non sarebbe bello se i giochi Xbox 360 regalati mensilmente agli utenti Gold con il programma Games With Gold entrassero in automatico nella lista dei titoli retrocompatibili giocabili sulla One?

La risposta non è tardata ad arrivare; alla Gamescom abbiamo appreso che sempre a partire da novembre tutti i GWG per Xbox 360 saranno retrocompatibili al day one con Xbox One. Quindi a quanto pare bastava chiedere! 😀

In buona sostanza, per chi possiede una Xbox One, questa è un ottima notizia perchè vuol dire che con i Games With Gold ogni mese non riceverà più “solo” due titoli a gratis ma ben quattro.

– Non solo la TV via streaming, ora anche i giochi –

Sui vostri PC avete già installato Windows 10? Se possedete una Xbox One dovreste perchè il nuovo sistema operativo di Microsoft porta con sé (grazie alla Xbox App) la possibilità di riprodurre in streaming i giochi della propria One. Anzi, a dire il vero, è possibile avere accesso a qualsiasi contenuto di Xbox One sul proprio computer o tablet Win 10. Il funzionamento è simile a quanto già fattibile da mesi con i programmi TV inviabili in streaming dalla console a SmartGlass. Basta avviare l’app Xbox presente in Windows 10, accendere direttamente dall’app la XOne (che dovrà trovarsi sulla stessa rete del PC/tablet), connettere al device un pad Xbox 360 o Xbox One (se la One non è troppo distante è anche possibile lasciarvi il controller direttamente collegato), far partire lo streaming e giocare il proprio titolo preferito anche mentre il televisore è occupato. La soluzione, complice la giovinezza sua e del SO che la ospita e l’estrema varietà di configurazioni hw possibili, presenta dei margini di miglioramento. La mia personale esperienza, nonostante il ricorso ad un router Wi-Fi tutt’altro che performante, è stata però positiva permettendomi anche uno streaming in alta qualità (al momento sono presenti tre livelli: bassa, media e alta). Ho riscontrato una buona risposta dei comandi e una qualità soddisfacente delle immagini che però, ovviamente, non sono buone quanto quelle ottenibili giocando direttamente sulla console collegata ad una tv full-HD e dipendono dalle caratteristiche dello schermo del PC/tablet adoperato. In generale, però, non ho riscontrato nulla in grado di compromettere o rendere sgradevole l’esperienza di gioco (non sono l’unico ad aver avuto impressioni positive).

– Ma il cloud per Xbox One non era impossibile? –

Microsoft, durante la recente Gamescom ha rifilato un schiaffo morale non da poco a molti nell’industry. Tra addetti ai lavori, giornalisti e semplici appassionati, moltissimi sono quelli che, dopo aver visto con i propri occhi cosa può fare il cloud computing supportando Xbox One, hanno dovuto ricredersi; il cloud computing applicato al gaming non è impossibile e non è solo marketing come, invece, da più parti si erano prodigati a sostenere. Comprendo che chi non si intende di Cloud Computing avesse bisogno di una prova, quello che non ho mai compreso è lo scetticismo a priori davanti ad una nuova tecnologia. Ad ogni modo la prova è arrivata proprio durante la recente Gamescom con quella che, senza rischio di esagerare, è possibile definire come la più rilevante e impressionante demo tecnologica che il settore abbia visto da diversi anni a questa parte. Non ci credete? Guardate con i vostri occhi.

Un tale livello di distruttibilità così totale, pervasiva e con i singoli pezzi che non scompaiono mai ma rimangono a schermo interagendo dinamicamente con il resto dello scenario richiede un’enorme mole di calcoli (basta pensare alla necessità di calcolare la posizione e l’interazione fisica di ogni singolo frammento) che è ampiamente fuori dalla portata di Xbox One e anche dei PC più performanti. Ma la One riesce a farlo perchè, semplificando il discorso, usa il cloud engine Cloudgine per “aprire il rubinetto” e attinge la necessaria potenza computazionale (anche fino all’equivalente di 20 Xbox One) dai server di Azure, l’infrastruttura cloud di Microsoft.

Ancora più interessante è che, come già confermato dagli sviluppatori, per godere di questo spettacolo non servirà una banda stratosferica; il team ha parlato di soli 2-4Mbps necessari. Per inciso anche questo ha smentito chi sosteneva che il supporto cloud all’elaborazione pensato da Microsoft potesse funzionare solo con una banda molto ampia. Le richieste di banda saranno veramente poco esose il che dovrebbe rendere il sistema alla portata anche delle malandate connessioni italiane (almeno della grande maggioranza).

Per ovvi motivi legati allo sviluppo della campagna, la distruttibilità totale di Crackdown 3 sarà presente solo nel multiplayer. La città sarà suddivisa in più aree ciascuna delle quali assegnata ad un server. Mi permetto di far notare come, ovviamente, non si stia parlando di server fisici ma di macchine virtuali (allocate sullo stesso hw fisico ma anche no). Grazie a questo aspetto (la virtualizzazione è alla base del cloud computing) si può godere della scalabilità necessaria per richiamare automaticamente quando necessario più o meno risorse computazionali da Azure (guardate il numero di XOne che variava nella demo) e, sempre grazie a ciò, è possibile avere “continuità” tra le varie aree (infatti se le macerie di un palazzo di una certa area finiscono in quella assegnata ad un altro server, non spariscono ma vengono semplicemente prese in carico da quest’ultimo).

Verificheremo a gioco finito come si comporterà la tecnologia sulle nostre console e con le nostre connessioni ma già ora, grazie a Cloudgine e a ciò che ha dimostrato di saper fare, possiamo smettere di riferirci a Xbox One come current-gen e rincominciare a parlarne in termini di next-gen. Se non è next-gen questo non so cosa possa esserlo! Da notare come la demo abbia convinto e attirato l’attenzione anche di diversi sviluppatori, inclusi quelli della “sonarissima” Naughty Dog.

– L’insieme delle funzionalità TV si completa –

Alla Gamescom 2015 Microsoft ha confermato l’introduzione, nel corso del 2016 (prima in USA, Canada e UK), del TV DVR integrato nella sua console con il quale sarà finalmente possibile registrare, dopo aver connesso un HDD esterno, contenuti televisi free-on-air. In questo modo il progetto originario di set top box si completa e lo fa proponendo delle funzioni di registrazione e fruizione molto flessibili. Si potranno infatti programmare le registrazioni dei propri programmi preferiti anche da dispositivi mobile (grazie a SmartGlass) e, inoltre, si potrà beneficiare dello streaming dei programmi TV registrati dalla console ad un altro device. Il servizio sarà ovviamente gratuito e le funzionalità di registrazione saranno utilizzabili anche mentre la One è impegnata a far girare un gioco.

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